Il D’Acord Fest 2025 si è concluso, e come sempre, si è rivelato un evento imperdibile. Con il tema affascinante delle “Origini”, il festival ai Castelli di Lagnasco ha esplorato le radici della musica, delle parole e dei luoghi. Per offrirvi uno sguardo più approfondito su questa edizione, di cui siamo orgogliosamente stati Media Partner, abbiamo rivolto alcune domande agli organizzatori.
Programma artistico e musicale
Partendo dalla scelta del tema: come siete arrivati alla scelta del tema “Origini” per questa edizione e in che modo si è riflessa nella selezione degli artisti?
“Ci siamo interrogati sul significato della parola “origine”, spesso usata per costruire muri, creare divisioni. Abbiamo allora cercato le origini altrove: nei suoni, nella natura, nelle vibrazioni della Terra. Abbiamo chiesto una risposta a Max e al suo progetto Earthphonia, così come l’abbiamo chiesta ad Africa e ai The Bluebeaters, che ci hanno portato le loro radici giamaicane — radici in qualche modo “rubate” da una terra lontana, rimescolate. E poi ci sono Anna e Giulia, con la loro sicilianità, che ci hanno aiutato a mettere al centro il tema femminile e tutte le sue sfumature. Siamo arrivati a comprendere, forse, che le origini, se esistono, non appartengono a nessuno e allo stesso tempo appartengono a tutti. Non sono elementi rigidi: restano vive solo se vengono coltivate, innovate, trasformate. Se restano uguali a se stesse, allora, diventano elemento di distanza.”
Coinvolgimento del pubblico e sostenibilità ambientale
La presentazione del documentario “Dil Kumari” è stato un evento isolato o il festival intende approfondire in futuro il legame tra musica, cultura e tematiche sociali?
“Quest’anno abbiamo voluto inserire molti elementi all’interno del programma, oltre alla musica. La proiezione di Dil Kumari, ma anche del documentario SERMERSUAQ – THE GREAT ICE di Patrizia Bruno, il talk sul femminile. Vogliamo che l’evento non sia una somma di eventi distaccati ma che il pubblico si addentri sempre più, riducendo al massimo la distanza tra chi si esibisce o parla e chi ascolta.”
Qual è stato il criterio di selezione per i laboratori artigianali (ceramica, maglia, scultura del legno) dedicati ai più piccoli? E a riguardo delle attività per adulti?
“Il principio si basa sulla volontà di mettere a disposizione le tante qualità dei nuovi artigiani a disposizione di grandi e piccoli per usare la testa e anche le mani. Vogliano dare l’opportunità di cimentarsi con i materiali in un’era fortemente digitalizzata.”
In che modo il festival ha gestito la sostenibilità e l’impatto ambientale dell’evento, considerando il tema delle “origini” e della natura, ad esempio per quanto riguarda la gestione dei rifiuti generati da un afflusso così intenso?
“Siamo orgogliosi di poter affermare che questo è stato un festival a rifiuto zero! Infatti Ogni materiale utilizzato era compostabile e i bicchieri riutilizzabili!”
Collaborazioni e sostenibilità economica
Il D’Acord Fest è sostenuto da una rete ampia di partner, tra cui Comuni, Pro Loco e Associazioni. Come vengono gestite e valorizzate queste numerose collaborazioni per la riuscita dell’evento?
“Perché l’evento mantenga la propria indipendenza, e non diventi un prodotto su cui qualche soggetto potrebbe intravedere degli interessi, è strettamente necessario che vi sia un legame forte nel mondo dell’associazionismo e che tramite questo si valorizzino sia la forza lavoro che gli ideali. Organizzare eventi di questo tipo non ha altro senso, se non quello motivato dalla passione e dalla volontà di portare eventi di un certo tipo in località troppo spesso messe ai margini.”
Il festival ha beneficiato del contributo di importanti realtà come la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. In che modo questi supporti economici sono stati fondamentali per la realizzazione dell’edizione 2025?
“I contributi delle Fondazioni sono fondamentali. Dal canto nostro, possiamo affermare con serenità che la natura volontaristica dell’organizzazione garantisce un utilizzo ottimale delle risorse: ogni finanziamento viene impiegato al meglio, senza sprechi. Anzi, proprio gli organizzatori, spinti da passione e responsabilità, valorizzano ancor di più questi contributi, mettendo a disposizione non solo il loro tempo ma anche le proprie competenze.”
Sono state attivate nuove sinergie con enti o aziende del territorio per questa edizione, al fine di ampliare la base di supporto e promuovere lo sviluppo locale?
“Assolutamente! Tra tutte, la collaborazione con Borgate dal Vivo e Occit’amo si è rivelata preziosa: ci ha permesso di condividere una produzione complessa e non scontata come il concerto dei The Originals. Ma al di là dell’aspetto tecnico e operativo, il D’Acord Fest crede profondamente nella necessità di fare rete: condividere un calendario, confrontarsi sulle scelte, costruire visioni comuni. Le collaborazioni che ricerchiamo si basano su valori condivisi: lavoriamo con realtà che, come noi, vogliono decentralizzare l’offerta culturale e di intrattenimento di qualità, portando eventi significativi anche nei territori di provincia. Una provincia che, in questi anni, sta dimostrando grande vitalità, ma che continua troppo spesso ad affidarsi quasi esclusivamente alla buona volontà di singole persone. Persone che resistono, che non si rassegnano al decadimento vissuto fino a qualche tempo fa, e che con passione stanno contribuendo ad evitare quantomeno che si dica “non c’è nulla da fare!” Speriamo che queste domande vi abbiano offerto uno spunto interessante sul D’Acord Fest 2025 che ha portato ai Castelli Tapparelli d’Azeglio di Lagnasco un pubblico che ha scoperto o riscoperto questa affascinante realtà.”
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