Ovvero i borgarini taglia gole in dialetto piemontese! Storicamente non abbiamo notizia di una popolazione particolarmente rissosa e facile all’uso del coltello, anche se le liti tra paesi confinanti non mancano. Ci sono numerose leggende e spiegazioni più o meno fantasiose del detto: una di esse narra che, in un rigido inverno, gli abitanti avessero nascosto il burro nelle grondaie e per estrarlo le dovettero tagliare.

Nota di colore sicuramente caratteristica, ma poco probabile: che questo detto non sia invece da far risalire alle liti tra la potente abbazia benedettina e la neonata città di Cuneo? Sappiamo infatti che Cuneo nasce intorno al 1198 con il beneplacito delle potenze locali vicine (tra cui sicuramente l’abbazia) e si sa anche che era fondamentale per l’altipiano avere delle “vie d’acqua” che irrigassero l’altopiano. Sono documentate numerose liti tra gli abati e la città di Cuneo e in queste occasioni capitava spesso che venissero “chiusi i rubinetti” dell’acqua, ovvero le rogge. Che dunque il detto tagliagole non faccia riferimento in senso lato alla chiusura delle rogge o bealere che servivano ad irrigare le campagne dell’altopiano cuneese?

Testimone silenziosa di questa storia è la presenza di una roggia che correva un tempo al centro di Via Fossano (via del Beale Magnum, ovvero della roggia grande) la quale prima del periodo angioino era la contrada maestra di Cuneo. Questa via d’acqua proveniva da Borgo San Dalmazzo e serviva a scopi irrigui. Da ciò se ne deduce facilmente l’importanza in caso di contesa.

BORGO BEALERA NUOVA 2
TARGA VIA FOSSANO CUNEO