Borgo San Dalmazzo, o meglio l’antica Pedona romana, è stata per secoli crocevia di strade, commerci e pellegrini. La zona fu sicuramente frequentata da popolazioni celto-liguri che abitavano in altura: ne è testimonianza il sito archeologico del Bèc Berchasa. 

L’abitato, anche se quello di origine romana non è ancora stato chiaramente identificato dagli scavi archeologici,  nasce come “statio”, ovvero stazione doganale, in cui veniva riscossa la quadragesima galliarum, una tassa sulle merci in transito da e per le Gallie. Borgo aveva infatti una posizione strategica all’imbocco di tre valli, di cui una verso un valico importantissimo: quello del Monte Cornio, oggi colle di Tenda. In epoca romana il valico non fu tanto importante per il transito del sale, come sarà poi in epoca sabauda, perché i romani avevano abbondanza di colonie marittime da cui farlo giungere, ma era una sorta di “scorciatoia” che faceva risparmiare tempo rispetto alla via d’acqua. Da ciò si desume l’importanza che la Pedona del tempo doveva avere: crocevia di merci e di uomini.

Documentata è, invece, la necropoli romana all’interno della quale, con il passare degli anni, viene collocato il sepolcro di San Dalmazzo, un predicatore laico, che secondo la tradizione il 5 dicembre del 254  trovò la morte insieme ai suoi compagni  in queste zone e qui fu sepolto. Attorno al luogo di sepoltura iniziò a svilupparsi un culto che crebbe tanto da far nascere, sulla riva del fiume, in un luogo più protetto, una piccola chiesa che, con il passare dei secoli, crescerà sino a diventare una potente abbazia.

La città vanta dunque secoli di storia che si intrecciano tra vicende religiose, commerciali, politiche e non da ultimo gastronomiche.  Già, perchè, chi non ha mai sentito parlare della Fiera Fredda?

BORGO SAN DALMAZZO ARCO 2
TORRE CIVICA